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SINDACATO

Rilancio della concertazione, la visione della CISL sulla ripresa del paese


In questi giorni, ho avuto la possibilità di leggere un interessante documento redatto dall’organizzazione sindacale della CISL intitolato: “dieci priorità per l’Italia che riparte”.
Questo documento dal lessico diretto e intuitivo pone l’accento su dieci temi essenziali che dal canto loro hanno lo scopo, a mio modesto avviso, di riproporre un modello che, storicamente ha segnato uno dei periodi piu’ importanti dalla storia politico-sindacale del nostro paese, quello cioè della negoziazione trilaterale Governo-Imprese-Sindacati altrimenti noto come “concertazione”.
Ho pensando, quindi leggendo questo documento, di condividere le diverse proposte che sono contenute, ritenendo che rappresentino un interessante spunto di riflessione.
Le proposte della CISL si basano essenzialmente sulla declinazione delle tre direttrici della Next Generation EU: sostenibilità ambientale, innovazione tecnologica e inclusione sociale

Tre concetti molto semplici che tuttavia richiedono un grande impegno da parte sia della politica che delle parti sociali intendendo come tali imprese e sindacati.
I primi due punti riguardano un tema che ormai è diventato cruciale e inscindibile:” lavoro-formazione e salute-politiche sociali”.
La crisi economica che stiamo affrontando da oltre un anno a causa della pandemia ha fatto chiaramente emergere due aree di debolezza sulle quali il paese deve iniziare a lavorare in modo solido e costruttivo: l’aggiornamento professionale e le politiche attive del lavoro da un lato ed il potenziamento dei servizi sanitari.
Il necessario ricorso alle piattaforme digitali per implementare il lavoro da remoto ha chiaramente posto l’accento sulla necessità di sviluppare nuove professioni e allo stesso di promuovere la riconversione professionale per prevenire l’obsolescenza delle conoscenze. Per poter agevolare la realizzazione di questo processo è necessario favore la concertazione tra il governo e le parti sociali per realizzare strumenti e ammortizzatori sociali che abbiamo lo scopo di stimolare le politiche attive del lavoro superando ormai quelle soluzioni di integrazioni al reddito a fini espulsivi che sono diventate antistoriche e spesso e volentieri responsabili dell’obsolescenza professionale.
Ma se il lavoro rappresenta una priorità per questo paese non di meno lo rappresenta anche la sanità. La pandemia che da oltre un anno affligge l’Italia ha messo in luce un problema importante abbiamo un disperato bisogno di implementare tre azioni fondamentali nell’ambito del sistema sanitario: incrementare gli operatori e adeguare le competenze, implementare la telemedicina e potenziare i servizi territoriali.
L’analisi promossa dalla CISL, tuttavia propone un approccio sistemico al rilancio del paese non si limita solo a fare proposte nell’ambito dei bisogni emergenti: lavoro e salute bensì affronta altri temi mettendo sotto i riflettori molte questioni ancora irrisolte come ad esempio: le infrastrutture, l’innovazione, la green economy, la green economy, le pari opportunità, il divario nord-sud, l’occupazione giovanile, la pubblica amministrazione e per finire il lavoro agile.
Ognuno di questi temi meriterebbero intere pagine di analisi e discussione, tuttavia per brevità proverò a fare qualche breve riflessione al puro scopo di cercare di evidenziare alcune tra le tante priorità che la concertazione dovrebbe iniziare ad affrontare in modo risolutivo.
Da tempo ormai è evidente come il paese abbia bisogno di implementare le infrastrutture di rete per colmare quel “digital gap” tra le città metropolitane e le zone rurali andando quindi ad innovare anche il piano della logistica. In questo modo si potrà realizzare un vero e proprio piano di investimenti rivolto sia alla ricerca e sviluppo sia alla costruzione di modelli di business cosiddetti “green” in grado di generare al pari della digitalizzazione nuove forme di occupazione sostenibile.
È interessante osservare come il minimo comune denominatore delle proposte contenute nel documento della CISL sia incentrato su un concetto molto innovativo: l’occupazione sostenibile attraverso nuove forme di lavoro.
In tutti gli anni in cui mi sono occupato di relazioni industriali nel dialogo con il sindacato si poneva spesso l’accento sul concetto della “garanzia occupazionale”, come a voler immaginare un mondo del lavoro garantista, a onore del vero negli ultimi due o tre anni la parola “garanzia” ha ceduto il posto alla parola “sostenibilità”, segno questo di un profondo cambiamento della cultura del lavoro.
Il cambiamento della cultura del lavoro, porta implicitamente, tra le diverse conseguenze, sia il bisogno di colmare il gap nord-sud favorendo gli sgravi contributivi, la mobilità sociale ed il conseguente rientro nel meridione del lavoro e dei lavoratori; sia allo stesso tempo il bisogno di favorire la crescita professionale sulla base del reale merito indipendentemente dalla diversità di genere. Tale trasformazione dovrà infine coinvolgere altri due aspetti essenziali: l’occupazione giovanile e il lavoro agile.
Infatti, per rilanciare il l’economia del nostro paese abbiamo bisogno di favorire l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro con soluzioni lavorative che incentivino la diffusione dell’apprendistato per alimentare il sistema previdenziale in modo da creare il giusto bilanciamento tra ingressi e uscite, ma non solo, dobbiamo iniziare a definire un modello di lavoro agile che permetta la diffusione di questo strumento in modo da renderlo sostenibile nel tempo.
Per finire, queste proposte si sostengono se cambia radicalmente la cornice della Pubblica Amministrazione.
L’intero sistema paese non può ripartire se alla base di tutto non si inizia a costruire una nuova pubblica amministrazione basata sulla semplificazione dei processi, sulla digitalizzazione dei sistemi e sull’investimento in nuove competenze professionali.
Il “decalogo” che la CISL ha delineato, credo rappresenti una piattaforma di proposte volte ad aprire un dialogo per costruire un nuovo sistema economico e sociale nel nostro paese, avendo chiaro che il motore propulsivo della ripresa economica risieda nella creazione di opportunità professionali all’interno di un sistema sociale e normativo agile, snello e flessibile.


Massimo Forbicini


21 Gennaio 2021
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