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Nei giorni in cui infuriano le polemiche intorno al festival di Sanremo, abbiamo chiesto a Riccardo Saccone, segretario nazionale della Slc-Cgil, la sua posizione in merito.
Sanremo si, Sanremo no. Saccone, qual è la posizione della Cgil in merito?
Partiamo da un dato innegabile. Sanremo non è solo un kermesse di grande impatto nazionalpopolare, ma un momento importante per la Rai, in termini di guadagni e di sponsor, che non sta vivendo uno dei momenti migliori della sua storia, ma anche per i lavoratori stessi. Naturalmente non spetta a noi dire se la manifestazione deve essere fatta o meno. Non mettiamo veti. Quello che per noi conta è, prima di tutto, il rispetto delle norme di sicurezza. Non possiamo pensare che il Sanremo 2021 sia uguale a quello degli scorsi anni.
Dunque la sicurezza prima di tutto. Secondo voi quali sono i punti da rispettare?
Ci sono le indicazioni del Cts, c’è il protocollo di sicurezza della Rai, che in questi mesi ha permesso a molte trasmissioni di andare in onda. Sono questi i punti dai quali ripartire, fermo restando che Sanremo ha una struttura molto più complessa e difficile da gestire.
In questi giorni sono emerse tante soluzioni, dai figuranti alla nave da crociera. Sono percorribili?
La distinzione tra figuranti e pubblico rischia di diventare una disputa meramente retorica. Nell’industria cinematografica i figuranti sono sottoposti a rigidi protocolli di sicurezza. I possibili figuranti della kermesse canora, una volta usciti dall’Ariston, avranno delle esigenze, come dormire e mangiare.
Quindi?
Quello che voglio dire è che il vero problema è far rispettare i protocolli di sicurezza prima e dopo la manifestazione. Capisco che il pubblico è una componente fondamentale dell’evento, ma ci sono delle difficoltà oggettive di cui occorre tener conto con la massima attenzione. Ma c’è anche un altro aspetto da tenere in considerazione.
Quale?
Se alla fine si desse il via libera alla presenza del pubblico, sarebbe un motivo in più per riaprire un ragionamento sulla situazione dello spettacolo dal vivo, dove il rispetto delle norme anti covid è totale eppure cinema e teatri non possono avere pubblico e devono continuare a restare chiusi.
Anche il ministro della Cultura, Dario Franceschini, ha equiparato l’Ariston a tutti gli altri teatri, e quindi al rispetto dei medesimi protocolli.
Guardi la situazione del settore è drammatica. Parliamo di un comparto in agonia dopo quasi un anno di stop. Inoltre i lavoratori dello spettacolo scontano la pressoché mancanza di tutele, e le poche presenti sono deboli e non strutturate.
Ma Sanremo non potrebbe dare il la a una ripresa di tutto il settore?
Come dicevo Sanremo è un evento di grande visibilità e con un grande impatto mediatico. Tutto questo può essere un bene per l’intero settore. Certamente riaccendere i riflettori sulla crisi dello spettacolo, porre le sua problematiche all’attenzione del grande pubblico è un bene. Un momento iconico come Sanremo può diventare un’importante catalizzatore, purché non ci si fermi alle sole parole. A rischio ci sono migliaia di posti di lavoro. Inoltre nelle nostre città, già rabbuiate dal covid, si sente proprio la mancanza della cultura in senso ampio e trasversale.
Tommaso Nutarelli